giovedì 2 settembre 2010

26+104: la mostra conclusiva della 4° edizione del concorso

Venerdì 17 settembre, alle ore 18.00, gli spazi espositivi N° 26 e 104 di Via Carteria, nel cuore di Modena, ospiteranno le mostre conclusive di Adriana Jabeleanu e Daina Pignatti, vincitrici dell'edizione 2008/10 del concorso biennale promosso dall'ufficio Giovani d'Arte del Comune di Modena.

Due anni di studi e sperimentazioni saranno riassunti e raccolti nei rispettivi, meritati spazi espositivi, per un periodo complessivo di tre giorni, dalle ore 15.00 alle 23.00, in concomitanza con il Festival della Filosofia.

Daina Pignatti presenta, al n° 26, "Passando di qua", mentre Adriana Jebeleanu propone, al 104, la "Mostra Circus mundi". Venerdì, sabato e domenica, alle ore 19.00, avrà inoltre luogo la "Performance Irrilevante ai fini delle indagini. Atto unico, e non c'è niente da ridere" di e con Daina Pignatti, Irene Guadagnini e Matteo Verri.

Il 9 ottobre si passerà invece alla presentazione dei due nuovi vincitori del concorso, che utilizzeranno gli atelier di via Carteria fino a settembre 2012.

1 commento:

Angelo Liberati ha detto...

In memoriam di Adriana Jebeleanu
Adriana Jebe era una artista dolce e delicata. Viveva tra Modena e Cluji, (Romania), dove era nata e aveva studiato e con cui intratteneva rapporti di amicizie e di lavoro. Adriana era ammalata di arte nel modo più totale e appassionato da portarla alla distruzione. Ma soprattutto uccisa dalla nostra indifferenza e dal nostro egoismo. Dalle speranze frustrate e dalle promesse tradite. Un ricordo luminoso e commosso della donna fragile che ha immolato tutta la sua vita sulle illusioni dell'arte.
Da Giancarlo Politi e Helena Kontova e tutto Flash Art. In ricordo di una amica e di una collaboratrice insostituibile.
Adriana, morta a Cluji alle ore 16 dell'8 novembre 2011.

Giancarlo Politi ci ricorda la realtà del mondo dell'arte. Drammatica, in tempi difficili ancora di più. Una costante il ricordo postumo basta ricordare Francesco Lo Savio si uccise a metà degli anni '60. G. Carlo Argan si rammaricò di non averlo capito. Si potrebbe continuare