giovedì 21 gennaio 2010

MINESTRE RISCALDATE fra prese a schiaffi e leccate di baffi

Prendersi, lasciarsi, raffreddarsi. E poi riprendersi, rimescolarsi, riscaldarsi: appetito involontario e genuino o più spesso opportunistica e preventivata “voglia di qualcosa di buono”? Dove finisce l’apri&gusta dei languorini di cuore e comincia il dolce conforto di quel che è già noto al palato? E se dopo un primo salto in padella ci si è cotti doverosamente a puntino, con quanta facilità un secondo giro di fiamma può bruciare irrimediabilmente ogni cosa?

Il “ciao amore, ciao” non è forse mai troppo immediato per nessuno, e fra “pietre” da “mettere sopra” e nuovi “papi” da proclamare c’è anche chi il tasto reset non vuole premerlo per scelta o per giustificabile impreparazione. Il riciclaggio sentimentale, del resto, non è cosa per tutti, proprio come le “battute di caccia” non sono attuabili in qualunque stagione.

Meglio quindi riscaldare la “solita minestra” correndo il rischio che finisca per non piacere più a nessuno oppure voltare pagina sul proprio ricettario amoroso in cerca di stuzzicherie su cui sperimentare ex novo ingredienti, dosaggi e tempi di cottura?

Ma soprattutto: un buon microonde cardiaco può davvero riattivare le nostre più intime “lunghezze d’onda” o è forse consigliabile rimandare le grandi abbuffate a fronte di altri, succulentissimi banchetti?

E insistendo ancora su una metafora culinaria così farsesca e calzante – oh nostri telematici gastronomi dei tavoli per due – vi chiediamo: nuovelle cousine o antichi sapori? Vecchi patetici paté o inedite forchette circospette?


L.F.

10 commenti:

Piz ha detto...

Difficile dirlo... l'importante è avere sempre a portata di mano un ricettario affidabile: i consigli che vengono da se stessi e dagli amici e che ci sanno sempre dire se la minestra è ottima il giorno dopo o se invece è proprio da buttare... Peccato però che quei ricettari seri, autorevoli, granitici, sono sempre quelli che ci fanno più paura... e allora invece di ascoltarli ci buttiamo ai fornelli, e ...quello che salta fuori si vedrà!

GerNi ha detto...

Tema interessante. La parmigiana di mia madre è sempre più buona il giorno dopo, riscaldata. Ma non è possibile cuocere una cosa, metterla in frigo, poi riscaldarla, poi rimetterla in frigo all'infinito. A volte siamo talmente dipendenti da una persona, o dall'immagine che abbiamo di essa, da non volerla lasciare andare. Eppure i difetti e le incompatibilità riaffiorano sempre, nonostante i tentativi fatti per nasconderli. Allora la domanda è questa: siamo disposti a lasciar correre, a lavorare su noi stessi e sulle nostre relazioni? E soprattutto: ne vale davvero la pena?

SpRiTzCampari ha detto...

Se si è lasciata raffreddare la minestra, si vede che c'era qualcosa che non andava.
E a riscaldarla troppo una seconda volta, c'è il caso di bruciarsi.
Forse chi scalda le minestre lo fa per dipendenza,pigrizia,perchè in fondo non si ha voglia di uscire e provare il ristorante.
No, la minestra riscaldata non mi piace..

valetex ha detto...

per quanto riguarda la cucina dei sentimenti, mi sento di poter affermare di essere il vissani in carica! il riscaldato è da una decina di anni a questa parte l'appuntamento fisso sulla mia tavola, un po' come il gio a pranzo al giapponese con le amiche. perchè lo faccio? perchè sono un amante della pasta al forno piuttosto che delle tagliatelle fresche al ragù? una risposta assoluta nn la posso dare, nn la so nemmeno io. certo il riscaldato alle volte è più croccante. sono dell'idea che se una cosa è piaciuta da fresca la si ritrova mlto spesso migliorata dal riscaldo. anche perchè alle volte siamo noi che cresciamo nel frattempo. l'unica cosa che invece mi chiedo io è: si può vivere di un alimentazione al microonde? forse una bella insalata nizzarda ogni tanto nn farebbe male.. ;)

chicca ha detto...

minestra riscaldata...uff sa proprio di tempi di crisi!! ora come ora si ricicla già troppo!! quindi via libera alla fantasia e soprattutto ...agli ingredienti freschi di stagione!!!

Joe ha detto...

io faccio fatica a mangiare la pasta del giorno prima scaldata, figuriamoci a riscaldare un rapporto finito! :) scherzi a parte, mai dire mai, però troverei impossibile tornare con qualcuno dopo averci chiuso, soprattutto se voltare pagina è stato duro... e con l'ansia che la storia si ripeta!

e poi: volete mettere la minestra riscaldata in confronto alla bellezza di scoprire a poco a poco una persona, tutte le pare & ansie dei primi tempi, il desiderio di vederla sempre perché ogni volta la conosci un po' di più, i tuffi al cuore quando si deve anche solo ricevere un sms? :) non c'è paragone!

Rikk ha detto...

Non ho mai apprezzato gli avanzi del giorno prima a tavola, figuriamoci negli affetti.

Sarei in grado di dare un'occhiata a ciò che c'è negli angoli della dispensa solo se mi accorgessi che ciò che ho lasciato ora ha forma nuova e appetitosa =)=)

..quindi, minestra riscaldata = errore da evitare, piuttosto il Mac Donald's.

Milly ha detto...

Quanta verità in questo minestrone!!!!

Pamy ha detto...

Io nell'ultimo mese ho riscaldato una minestra vecchia di 5. Risultato: venerdì sera è stata ufficialmente la nostra "ultima cena"! ;/

Anonimo ha detto...

prendersi,lasciarsi,tradirsi... ritornare di nuovo..anche no!!!chi lo fa penso si accontenti..paura del "nuovo",di un altra delusione,o peggio paura di restare soli...la chiave del minestorne riscaldato è proprio questa..la paura di rimanere soli,che rimbomba a volte dentro di noi:)!
Ci sono tante persone al mondo..perchè non andare alla ricerca del meglio per noi???!